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koccinella.
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PREMESSA
L'avventura inizia ai primi di giugno, quando casualmente scopro una tariffa di volo eccezionale Milano-New York (298 euro A/R, volo diretto con Alitalia). Mi dico che è da pazzi non approfittarne, e così...approfitto! Mi sono organizzata, ho prenotato tutto da sola tramite internet (dall'hotel alle attrazioni, dai teatri ai ristoranti). Ho cercato di informarmi, ho acquistato una guida e letto tanti racconti di viaggio, e soprattutto -data la grande quantità di cose da vedere- ho "stilato" un programmino (una specie di tabella di marcia che durante i miei dieci giorni mi avrebbe consentito di perdermi il meno possibile).
In generale, direi che l'impatto con New York è particolare. A me è sembrato di essere entrata in un film: il caos, decine di taxi gialli, le luci, i colori. Una scena vista moltissime volte dallo schermo, così lontana dalla nostra realtà eppure così familiare. Siamo proprio qui, al centro di un mondo che ha significato speranza in passato per i nostri connazionali emigranti, e che -pur con tutte le contraddizioni del caso- non ha mai cessato di essere modello cui attingere. A New York non ti senti straniero: la maggior parte delle cose che noi utilizziamo nel quotidiano passano da qui. Ma c'è una cosa profondamente differente: la forma mentis. Così "cheap", "easy", disinvolta, recettiva, stravagante, in un luogo che offre qualsiasi tipo di stimolo, qualsiasi tipo di attività, un multiculturalismo impensabile altrove: tutto il mondo è qui rappresentato, ogni Paese ha qui la sua fetta di comunità. Decine di lingue diverse, una ricchezza impareggiabile. Tuttavia New York non è il paese dei balocchi: ha tanti contrasti, e a dispetto dell'atmosfera luccicante è una città rigorosa, che sprizza efficienza da ogni angolo.
Edited by koccinella - 29/9/2011, 13:10. -
koccinella.
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Il mio diario di viaggio a New York
27 settembre 2009 h.3.39
Ragazzi!! Che storia, sono a New York! Sono le 3.39 del mio primo giorno qui e non riesco a dormire (per la serie: il fuso orario non mi tange E così inizio il racconto di viaggio. Ehehe, sono qui da poche ore ma già si potrebbero scrivere aneddoti..Che personaggioni ci sono!!
Nove ore di volo + tre di attesa in aeroporto non ci hanno stesi, e così ci siamo catapultati a vedere quest'ottava meraviglia del mondo, il centro del centro, il cuore pulsante: TIMES SQUARE. Usciti dalla metro lo spettacolo che ci si è parato davanti è stato grandioso e vertiginoso: un mix inebriante di colori sgargianti, luci accecanti e rumori metropolitani; una fetta di umanità impazzita al cospetto di edifici giganteschi, insegne luminose intermittenti che al primo sguardo ti disorientano. Sembra di essere dentro a un film, o al luna park, o a las vegas, è qualcosa che ti seduce ma allo stesso tempo ti lascia smarrito. Ci incamminiamo seguendo il flusso di gente. Il profumo di hot dog e manicaretti fritti ci avvolge. Ai lati delle strade, venditori di qualsiasi cosa. Ristoranti, fast-food stracolmi e teatri si susseguono senza soluzione di continuità. E' la 42esima strada, la "regina" del Theatre District. Signori, benvenuti a Broadway.
Faccio foto in lungo e in largo, non è difficile cogliere lo spirito di queste strade.
Decidiamo di fare il nostro primo pasto americano dando l'onore al famoso "Carnegie Deli" (da tutte le guide definito “la quintessenza dei locali newyorkesi”. Ecchessaramai? :O Entriamo. Bel localino piccolo e affollato, camerieri indaffaratissimi, atmosfera accogliente e casalinga. Prendiamo l’omelette tipica della casa, con l’american cheese e le french fries. Mamma mia ragazzi, porzioni così abbondanti non si erano mai viste, mattoni incredibili. Però andateci almeno una volta: è un’americanata culinaria : ) Abbiamo anche dato la nostra prima mancia….eh sì, questa mancia americana obbligatoria….che assurdità. Non pensate di cavarvela col 10%, e nemmeno col 15%: vi guarderebbero male tirandovi dietro le malezioni. La prassi si attesta sul 20..anche se spesso non è affatto meritato
Ma vi devo parlare dell’hotel! Ho fatto proprio la scelta giusta. Hotel NEWTON, 2528 Broadway, un 3 stelle che per quanto mi riguarda di stelle potrebbe averne anche 4! Avevo letto che era uno dei migliori della sua categoria, e in effetti lo è. Nuovissimo, pulitissimo, comodissimo e attrezzatissimo. Alla metro vicinissimo! Camera spaziosa, letti grandi e comodi, lenzuola candide, forno, frigo, bollitore, televisore piatto, ferro da stiro, asse da stiro, specchio grande, bagno accogliente e tantissime luci. Siamo nell’Upper West Side, accanto a Central Park, a due passi da Harlem da un lato, e a due passi dalle casette di Madonna, John Lennon, Dustin Hoffman e Marylin Monroe. 8 notti, 371 euro a testa tasse escluse.
Comunque qui la gente è proprio fuori! Non stupitevi se vedete donne coi bigodini in testa che vanno in giro, o se in ogni stazione metro c’è un concerto o un gruppo di ballerini giamaicani improvvisati. L’atmosfera cosmopolita si vede soprattutto nei vagoni della metropolitana (che a New York è un’istituzione): in due ore mi è passata davanti la varia umanità, dal giamaicano disinvolto all’affarista giapponese, dall’operaio turco al cameriere ispanico, dal ragazzo nero rappettaro ai fidanzati cinesi, dalla texana trash al grassone americano, e molto altro. Ora passo e chiudo, perchè domani sarà una giornata mooolto dura!
Edited by koccinella - 29/9/2011, 13:37. -
koccinella.
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28 settembre
Ragazzi! Che mal di gambeee!! Oggi è stata una giornata super-intensa. Prima tappa: Liberty Island, ossia la Statua della Libertà. Devo dire che mi ha un po’ deluso, la immaginavo più grande, più “maestosa”. Poi che sfortuna: l’ascensore per salire fino in cima era fuori servizio , e così ci siamo beccati non so quante centinaia di gradini a piedi, ripidi e in scala a chiocciola... Che fatica…Alla fine siamo giunti fino alla corona (che era stata chiusa al pubblico dopo l’11 settembre ed è stata riaperta solo due mesi fa). Vi dirò…una mezza delusione anche lì…la corona non è altro che un angusto stanzino di un metro quadrato, con finestrelle chiuse da cui non si poteva nemmeno scattare una foto decente, bah. In compenso dal basamento della Statua si possono fare belle foto dello skyline di Manhattan e della Statua stessa.
Molto molto bella e suggestiva è invece Ellis Island, l’isoletta della speranza, per decenni in passato punto di accoglienza per milioni di immigrati che rincorrevano il sogno americano. Ora è un museo (Museo dell’Immigrazione). Prendetevi un’audioguida e vedrete che sarà interessantissimo e a tratti commovente. Ci sono testimonianze audiovisive del passato e anche moltissimi oggetti dell’epoca (abiti, bauli e valigie, scritti, ecc..). Sono presenti anche delle postazioni in cui si ha la possibilità di sapere se qualcuno dei propri antenati passò di lì. Io ne ho trovati tanti con il mio cognome, ma non erano miei parenti. Il bisnonno prese baracca e burattini e scappò a Buenos Aires. Comunque, a parte la digressione familiare… andate a Ellis Island, andate e andate.
Al nostro ritorno sulla terraferma siamo corsi a vedere quel che rimane del World Trade Center,. Un enorme cantiere a cielo aperto, con tante gru e operai indaffarati; niente più che un buco fangoso tra i grattacieli, attorniato dal traffico impazzito e dall'apparente indifferenza dei passanti. Siamo rimasti lì in silenzio per un po' ad osservare il tutto da una piattaforma sopraelevata. Ho rispolverato immagini ben note alla memoria di tutti, gli istanti tragici che la televisione ha continuato a mostrarci in questi anni. Beh, che dirvi. Tutto il traffico e la vita che scorre lì davanti non bastano a far tacere il senso di tristezza e desolazione di quel perimetro di nulla.
Siamo entrati all’adiacente World Financial Center, un enorme complesso elegante e sofisticato, sede di importanti compagnie finanziarie, negozi esclusivi e ristoranti alla moda. Nell'atrio, pavimenti in marmo rosa, ampie gradinate, soffitto in vetro e tantissime palme gigantesche che conferiscono al tutto un’atmosfera esotica.
Per cena abbiamo scelto Bonne Soupe, un bistrot carinissimo dall' atmosfera bohemien , divanetti in pelle e luci soffuse, e soprattutto cibo buono (provate le crepes). Il costo è alla portata di tutti e qui la mancia si dà volentieri
Poi abbiamo fatto un salto sulla Fifth Avenue, la Quinta Strada: qui tra un emporio di Armani e una boutique di Chanel sorge un grosso cubone di vetro con una mela bianca illuminata. E’ la Apple, decine di computer di grido e decine di persone connesse. Completamente gratuito.
Poi, stanchi, siamo tornati a cuccia e siamo stramazzati al suolo.
Edited by koccinella - 29/9/2011, 13:05. -
koccinella.
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29 settembre
uuuu!! distrutta!! Giornata frenetica! oggi abbiamo macinato kilometri!!
Ci siamo svegliati presto intenzionati a veder l'alba dal Ponte di Brooklyn...L'alba non l'abbiamo vista, comunque non importa, è stato bello lo stesso. Già sul presto il ponte era attraversato da un buon numero di lavoratori mattinieri frettolosi, ciclisti e fanatici dello jogging. Il mio amico maratoneta ha trovato pane per i suoi denti, e io sono stata libera di fotografare in lungo e in largo questa meraviglia architettonica e i panorami (tra l'altro c'era un ventaccio! lì le correnti d'aria sono micidiali, portatevi un paraorecchi). Ecco, diciamo che attraversare il ponte è un buon inizio di giornata: andata e ritorno con passo spedito si fanno più o meno in 30 minuti per un totale di poco più di 2 km.
Adiacente al Ponte c'è il Southstreet Seaport, la zona portuale di New York, ristrutturata e molto carina, con navi ormeggiate, bel panorama e tanti negozietti. Fate una visitina al Pier17 (molo17) che è sede di un centro commerciale abbastanza economico.
Poi siamo corsi a Wall Street, il centro dei mercati finanziari mondiali: banche , uffici, bandiere americane. Qui si trova la Borsa ("New York Stock Exchange") chiusa al pubblico e contornata da transenne e da decine di uomini della sicurezza.
Vicino c'è la Federal Hall, il luogo in cui giurò George Washington come primo presidente USA. Sul punto esatto sorge la sua gigantesca statua.
Poco più in là c'è la Federal Reserve Bank, la banca delle banche, autorizzata a emettere valuta (ho letto , pensate, che qui -5 piani sottoterra- sorge la cassaforte più grande del mondo, con oro di provenienza internazionale protetto da porte di 90 tonnellate!)
Usciti da questa zona, avendo un certo languorino ci siamo fiondati in un locale nominato da tutte le guide: Katz's Deli. E' una tipica tavola calda americana, con la particolarità di aver avuto tra i suoi clienti presidenti USA, sindaci di New York, star dello spettacolo e dello sport, e di essere stata il set cinematografico della famosa scena del film "Harry ti presento Sally".
Il locale era stracolmo ma abbiamo finalmente assaggiato i blintzes, le crepes americane dal gusto tra il dolce e il salato. Non mi hanno entusiasmato, ma vanno provate (c'è la variante al formaggio, o formaggio e frutta- ma badate che qui il concetto di formaggio è un po' strano).
Dopo pranzo è stata la volta della celeberrima Chinatown, allegra accozzaglia di colori, odori, negozietti pacchiani e insegne colorate. Nell'insieme non dà una grande impressione di igiene. Qui i cinesi sono una moltitudine e si espandono sempre di più, isolato per isolato. Una città nella città, insomma.
Poi abbiamo cercato -con il lanternino, è il caso di dirlo- le 2 strade in croce che costituirebbero Little Italy. Che dire, Little Italy è uno scherzo, di italiano c'è ben poco: il tutto si riduce a una fila di ristoranti (Ristorante La Nonna, Pizzeria Da Gennaro, Caffè Palermo, Caffè Sorrento, Sicilia bella, ecc..).. Ma chi gestisce non è italiano. e anche la qualità dei cibi non dev'essere proprio italiana... Parola di gelato.
Per dare una parvenza di autenticità i negozietti espongono cannoli siciliani, magliette del Napoli, e per sottofondo...la maledetta primavera di una datata Loretta Goggi...
Usciti dal trambusto di queste vie corriamo in hotel a metterci in ghingheri: Broadway ci attende! Con il musical "HAIR"!!
Che dire...fantastico!! uno spettacolo superbo, al di sopra delle aspettative. Ero incantata: giovani attori di grande talento, coinvolgimento di pubblico, luci, musiche, balli di grande impatto. Di per sé "Hair" è il re dei musical (sicuramente lo conoscete: è quello delle musiche "Aquarius" e "Let the sunshine in", famosissimi. Nato negli anni '70 , parla delle proteste e dei movimenti studenteschi di quegli anni, e lancia anche ai giorni nostri un messaggio sempre attuale di rifiuto della guerra). La versione vista da me ha avuto grossi riconoscimenti di critica (giudicato il miglior "musical-revival" dell'anno). Meritatissimo. Peccato solo che fosse vietato far foto...
Per concludere la serata siamo andati all'Empire Diner, localino carino e particolare: è un vagone di pullman ristrutturato e adibito a ristorante. Ho assaggiato il bagel, altra specialità (una specie di panino-ciambella ripieno di crema al formaggio e salmone, buonissimo).
A presto con le prossime puntate.
Edited by koccinella - 29/9/2011, 07:23. -
Rounders*.
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Sei come al solito superlativa !! grande vacanza Koccy...alla faccia di chi tu vuole male....;-)
aspetto le altre foto.....le tue !!!!
ciao bella ci si vede di la'....;-). -
koccinella.
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*kitty*.
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Kocci leggendo il tuo resoconto è come essere tornata ad un'anno fà quando ero io nella big apple!! vorrei tornarci ancora! mi manca quella città!
Aspetto il resto del tuo resoconto... sei sempre la migliore a scriverli, si vede che ci metti tanto amore ed entusiasmo a scrivere i tuoi resoconti!
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lia68.
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...che bello...quanto ci vorrei andare..... . -
koccinella.
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Anch'io vorrei tornarci: ci sono tante cose che vorrei vedere, è praticamente una città dalle risorse inesauribili! Ho conosciuto un ragazzo italiano che vive lì da qualche mese e mi ha detto che la vera New York è quella dei sobborghi come Brooklyn, il Queens....Sai, anche nella stessa Manhattan i quartieri secondo me più affascinanti erano quelli dove i grattacieli non c'erano: soprattutto il Greenwich Village e Harlem, deliziosi.
Edited by koccinella - 29/9/2011, 07:03. -
cri59.
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complimenti kocci! racconto pieno di particolari! attendiamo il seguito! . -
koccinella.
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30 settembre
Oggi Greenwich Village! Il quartiere giovane, universitario, dinamico,tanto verde e nessun grattacielo. Attorno alla New York University si sviluppano parchi, viali alberati, graziose casette in mattoncini, ristorantini, tanta gioventù per le strade. Peccato che quel giorno ci fosse un freddo assurdo.
Camminando camminando, abbiamo scoperto un ristorantino israeliano, pensate un po’! “Hummus Place”. Buoni hummus e felafel, e anche l’ambiente non era mica male. E poi il cameriere un po’ tontolone..hihihi, che ridere
Poi dopo pranzo siamo andati alla ricerca di un negozietto di cui avevo letto grandi cose, nascosto tra i vicoletti del Greenwich Village (e così con questa scusa abbiamo girato per tutto il quartiere). Finalmente eccolo lì, “Magnolia Bakery”, il re della cheesecake newyorkese! Uno stanzino affollato di golosi. Abbiamo preso la nostra mini porzione di cheesecake e il banana pudding. Che ve lo dico a fare, strabuoni!!
Poi abbiamo ripreso a camminare alla ricerca di un altro “tesoro” del Greenwich Village: la casa di Cliff, Claire, Rudy, Vanessa, Theo, Denise.......ossia........i Robinson!! Il telefilm!! Ecco, al numero 10 di St. Luke’s Place c’è proprio la casa dove fu girato il telefilm (anche se la per la maggior parte delle scene la location fu Brooklyn). Che emozione sedersi su quei gradini davanti a casa!!
Dopo l’emozione ci siamo fiondati in hotel a metterci in ghingheri ancora una volta. Seratona ad Harlem! Meta: il mitico Apollo Theater, la “mecca” per i talenti jazz del passato (James Brown, Aretha Franklyn, Duke Ellington, Billie Holiday e altri), nonché il primo palcoscenico del piccolo Michael Jackson con i Jackson Five.
Che teatro! Tappeti rossi, lampadari enormi, alle pareti foto e poster delle leggende della musica. E che spettacolo! Dovete sapere che al mercoledì si tengono le “Amateurs Night”, ossia serate che per decenni hanno sfornato talenti. In pratica si tratta di “sfide” (tipo “Amici di Maria De Filippi, anche se il paragone è un po’ azzardato). E insomma c’è chi canta, chi balla, chi suona, e il pubblico partecipa attivamente e con gli applausi o con i fischi determina il successo o l’insuccesso di un’esibizione (un po’ come la nostra Corrida). Tantissimo entusiasmo tra le file, pochissimi turisti e stragrande maggioranza della comunità nera. Anche qui purtroppo era vietato far foto, ma qualcosa mi è scappato Se andate a New York fateci un salto, ne rimarrete affascinati.
Edited by koccinella - 29/9/2011, 06:59. -
koccinella.
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1 ottobre
Oggi è stata una delle giornate più intense. Abbiamo visitato il Palazzo dell’ONU, il famoso Palazzo di vetro. Ve lo consiglio. Le visite non si possono prenotare via internet, quindi dovete essere là al mattino appena aprono, alle 9.30. Attenzione perché ci sono restrizioni, nel senso che è ammesso solo un numero massimo di visitatori al giorno. La visita in sé non dura molto, solo 45 minuti, con guida nelle varie lingue.
Si vedono parecchie sale, tra cui quella dedicata ai doni che le varie Nazioni hanno regalato all’ONU (sculture, affreschi, costruzioni particolari, ecc, che hanno come tema la pace), poi la sala dedicata agli obiettivi che l’ONU si propone di realizzare (temi quali povertà, alfabetizzazione, mortalità infantile, maternità, salute, sviluppo, e molti altri).
Abbiamo poi visitato la sala dedicata al disarmo, dove erano esposte –tra le altre cose- anche alcune mine anti-uomo (è incredibile come possano essere verosimilmente scambiate per sassi, o peggio, per giocattoli…non a caso i più colpiti sono proprio i bambini).
Una delle sale più affascinanti è sicuramente quella che ospita l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove si trovano le postazioni di tutti i vari Stati membri (che siedono davanti a turno, in ordine alfabetico secondo estrazione).
All’interno del Palazzo si trova anche un fornitissimo negozio dove si trovano gli oggetti tipici di ciascuna Nazione appartenente all’Onu.
Nel giardino accanto all’entrata è posizionata una suggestiva opera: è la scultura della “Non-violenza”, donata dal Lussemburgo nel 1988, e rappresenta una pistola con un nodo che la avvolge. Molto bella.
Nei pressi dell’Onu sorge uno degli edifici più eleganti di New York, il Chrysler Building, con la sua caratteristica guglia in acciaio, costruito negli anni ’30 per la famosa casa automobilistica.
Sempre nella stessa zona si trova il “Daily News Building”: il nome magari non vi dice niente, ma…ricordate Superman?? Ehehe, ecco, questo è il famoso edificio che compariva nel film. Nell’atrio è posizionato un enorme mappamondo, il più grande del mondo, mentre linee di bronzo sul pavimento indicano le principali città del mondo e la posizione dei pianeti.
Ma l’edificio che più mi ha impressionato in questo quartiere è stato sicuramente il Grand Central Terminal, la stazione ferroviaria della città. Enorme, lussuosissima, un vero gioiello che vede transitare migliaia di persone ogni giorno. Grandi scalinate, arcate , lampadari, e tanti negozi e ristoranti.
E dove siamo andati a pranzare oggi? Ehehehe, siamo andati in un posticino ben nascosto all’interno di un lussuoso hotel (Le Parker Meridien)…dove, tra le tende dell’enorme atrio, si trova un gioiellino. Parlo del Burger Joint, dove si gusta l’hamburger più buono di New York. Andateci! E’ una vera scoperta! Ed è totalmente differente e informale rispetto all’ambiente lussuoso che lo circonda al di là delle tende!
Dopo pranzo abbiamo fatto un giro sulla Fifth Avenue, la strada più esclusiva della città. E qui siamo entrati nel negozio di giocattoli più grande del mondo, Fao Schwartz!! Paradiso per i bimbi (e anche per noi Quasi quasi mi vergogno, ma io ero incantata e mi sono comprata un bel gallinaccio colorato e morbido e un vampiretto stupido…mi facevano troppo ridere! E poi ho scovato il mitico Monciccì, direttamente dagli anni '70!!! Hihihihi. Poi c’erano tutti i reparti possibili e immaginabili distribuiti in vari piani (dalle Barbie ai pupazzi Disney, dai bambolotti ai giochi tecnologici, ed anche un enorme reparto di dolci).
Dopo Fao abbiamo proseguito a sud sempre sulla Fifth Avenue e siamo giunti da Tiffany, la mitica gioielleria. Eh….vi lascio immaginare cosa ci fosse lì dentro….gioielli che abbagliavano, commessi-modelli bellissimi che facevano l’inchino, e soprattutto….non c’erano prezzi!! ... HIhihihi!! Si spaventavano a metterli?!
Bene, accanto a Tiffany c’è la Trump Tower, opera del magnate Donald Trump, ex marito di Ivana Trump (che ha sposato –tra gli altri- anche certi giovanottoni ridicoli di casa nostra…beh, se seguite il gossip lo saprete meglio di me, e se non lo seguite meglio ancora Insomma questa torre è un inno all’opulenza e allo spreco, un’offesa alla povertà. Marmi rosa ovunque, cascate, piante, specchi enormi, ristoranti esclusivi e boutique inaccessibili. Piani e piani di lusso…e ancora più su uffici e uffici …e ancora più su appartamenti (anche quello di Sophia Loren)…ma lì l'accesso era vietatissimo...
Poi è stata la volta del gigantesco complesso del Rockfeller Center, ma erano in corso lavori e così non ci siamo attardati più di tanto.
E infine, verso sera siamo entrati nel gigantesco emporio M&M’s, miliardi di confettini colorati sistemati nelle confezioni più fantasiose, e vere e proprie docce che al posto dell'acqua erogavano cioccolato....
E dove siamo andati a cenare? Ehehehe, stavolta è stato il turno dell’indiano, nel quartiere di Little India, appunto. Ristorante “Milon”, uno dei locali più bizzarri e kitch che io abbia mai visto. Stranissimo, originalissimo, lungo e stretto con soffitto stracolmo di luci e lucine, pupazzetti, decorazioni floreali. Ragazzi indiani cordialissimi e un trionfo di samosa, pakora, masala......ehehehe…
A presto con il resoconto degli altri giorni
Edited by koccinella - 28/9/2011, 21:58. -
*kitty*.
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wow wow wow wow..più leggo più rivivo i giorni che ero a New York!! Bravissima Kocci!!!!!
e come dicono i bambini: ancora ancora ancoraaa!!!. -
*kitty*.
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Sei solo al 2 ottobre?
Ne avremo da leggere ancora...
Kocci la prossima volta che vogliamo andare a NYC organizziamo e ci andiamo insieme ...il maritino lo lascio a casa, vacanza esclusiva per sole donne!!!.