Il primo tuffo dell'anno

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  1. marcellosub
     
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    Era un pò che ero all'asciutto amici, ma finalmente..... ecco la prima immersione dell’anno... in attesa di partire per nuove mete subacquee (Palinuro tra tre giorni e Egitto a metà maggio) :occhiolino:

    15 marzo 2009

    Ed eccomi di nuovo qui… nell’acqua. Dopo mesi di forzata lontananza dal mio elemento, ecco che finalmente quello che ho desiderato per giorni e giorni si realizza in una bella domenica di marzo, in cui si sentono ormai prepotenti i segnali dell’imminente primavera.
    La baia di Numana è deserta. Del resto sono appena le 8.30 di domenica mattina e solamente io e la mia compagna ci troviamo ad armeggiare con tutta la nostra attrezzatura sulla spiaggia, a pochi metri dall’acqua.
    La guardo… la studio e cerco di interpretarne la temperatura. Deve essere fredda, perché l’acqua è molto limpida. La superficie è appena increspata da una leggerissima brezza da scirocco, ma si vede benissimo il fondo, anche se qui sulla riva la profondità è molto bassa. Aspettami. Sto arrivando. Sono mesi che mi chiami quando mi affaccio dalla terrazza della mia casa che guarda il mare… ma prima non potevo. Oggi si. Oggi il richiamo è stato più forte e non ho più potuto resistere. E adesso finalmente sono qui. Di fronte a te, mare. Pronto a farmi abbracciare come solo tu sai fare. Pronto a disciogliermi dentro di te, sino a divenire un tutt’uno. Come accade sempre. Eccomi. Arrivo.

    Pochi rapidi gesti e le nostre attrezzature sono pronte. Sono gesti ripetuti meccanicamente centinaia di volte, preludio al momento più bello: quello in cui finalmente mi potrò immergere. Ecco, ora tutto è pronto. Lentamente percorriamo i pochi metri che ci separano dalla battigia e entriamo nell’acqua. Finiamo di sistemate l’attrezzatura, indossiamo le pinne e avanziamo fino a dove non si tocca. Un cenno di ok alla mia buddy e finalmente sono con la testa sott’acqua. Sgonfio il gav, espello l’aria dai polmoni e il mio corpo comincia ad affondare lentamente. Assumo la posizione di discesa e mi lascio inghiottire dall’acqua che mi circonda. Adesso sto bene.

    Nel momento di distacco dalla superficie, mentre il mare mi abbraccia completamente il mio cervello stacca dal mondo terreno e molti pensieri mi passano per la mente. Cerco di razionalizzarli. Questo mi aiuta a capire e a capirmi. In quel preciso momento io sono solo con me stesso. Tutto il resto non conta più: l’ho lasciato quassù, in un'altra dimensione che sento sempre più lontana man mano che scendo e comincio a sentire il flusso regolare delle mie bolle e il battito cadenzato del mio cuore.
    Pensieri, sensazioni, emozioni… descriverle a parole non è facile. Finalmente riprovo quella sensazione di benessere e di pace totale che sento ogni volta che sono nel "mio" mare e l’immersione, amplificando la dimensione del silenzio che mi circonda, mi aiuta a percepire la voce della mia anima… quella che lassù, nell’altro mondo, si confonde e si disperde tra i mille rumori della vita terrena.

    Vorrei “sentire” l’acqua, ma la muta stagna mi impedisce il contatto liquido. Comunque sono nell’acqua: è questo che conta e mi sento bene lo stesso immerso nel mio elemento. La visibilità è superiore alle mie aspettative. Sembra di nuotare in una piscina, tanto lo specchio d’acqua della baia è calmo e trasparente. Scendo sul fondo e osservo la mia compagna che mi segue da vicino, trascinando la boa segna sub alla quale abbiamo attaccato diversi chili di scorta. E’ la prima immersione dell’anno e con un gav nuovo. Chissà come sarà l’assetto? Bastano pochi minuti per capire che non occorrono pesi supplementari. Le prove di assetto con il mio nuovo gav procedono perfettamente. Gonfio e sgonfio più volte, provo le regolazioni. E’ fantastico questo Halcyon: sembra davvero di non avere nulla addosso. Il sacco posteriore mi da la massima libertà di movimento ed essendo di forma circolare sostiene anche il fondo della bombola e mi “costringe” a stare in assetto. Pian piano prendo sempre maggior confidenza con la mia nuova attrezzatura e me ne sento padrone. Si è veramente bello questo attrezzo!

    Immerso nell’acqua il tempo scorre lentissimo. Mi sembra di sentire lo scandire di ogni secondo che passa e sento di nuovo quella sensazione di benessere che solamente quando sono in acqua riesco a provare. Nuoto lentamente a rana facendo il minimo sforzo. Le mie Tech Fin danno una spinta potente senza richiedere nessuna fatica. Di tanto in tanto mi volto ad osservare la mia buddy che mi segue appena a qualche metro di distanza. E’ in assetto perfetto. Bella da vedere, elegante, distesa… nuota lentamente e si vede che è perfettamente a suo agio nell’acqua. Mi fermo un istante e l’aspetto. Poi comincio a nuotarle accanto. Proseguiamo così per un po’, immersi nei nostri pensieri. Non so che cosa lei stia pensando, ma so che io mi sento bene qui insieme a lei. Immergersi con un altro essere umano crea un rapporto di grande intimità. Farlo con qualcuno che stimi per capacità ed esperienza è molto tranquillizzante e dà fiducia. Ma farlo con qualcuno che ami, fa sperimentare una gioia condivisa e una dipendenza reciproca che rafforza ancora di più il legame esistente. L’intesa con la mia compagna in acqua è perfetta. Anni ed anni di immersioni condotte in qualunque condizione, ci hanno fatto raggiungere una simbiosi perfetta. Sottacqua la comunicazione non è verbale, ma una leggera stretta di mano o una semplice occhiata assumono un significato particolare e più inteso, che solo il tuo compagno di sempre può capire.

    Di tanto in tanto raccolgo una conchiglia dal fondo e gliela faccio vedere. Poi vediamo alcune piccole lepri di mare di colore bruno che nuotano eleganti. Una granceola cammina sulla sabbia facendo dei buffi ricami. Un grosso sciarrano si trova immobile al riparo di un masso. Sembra dormire. Lo sfioro appena con le dita e guizza via impaurito. Ancora una lepre di mare. E’ incredibile quanta vita ci sia qui in solo pochi metri d’acqua, davanti alla spiaggia che d’estate è affollata di bagnanti. Oggi non c’è nessuno. Solo noi con le nostre bolle, che vedo salire sino in superficie a formare grossi cerchi sull’acqua. Il silenzio è fantastico.
    Ancora pensieri… mentre mi sento benissimo, completamente avvolto dall’acqua che sento come un velo protettivo tutto attorno a me. Mi immergo perché è la mia vita, la mia passione, il mio amore… Non vorrei mai che finisse tutto ciò: è troppo bello… troppo intenso.

    D’un tratto mi rendo conto che è passato parecchio tempo. Lei mi fa segno che comincia ad avere freddo. E’ giunto il momento di ritornare. A malincuore inverto la mia rotta e seguo le dune di sabbia che indicano la direzione della riva. Lentamente arriviamo nell’acqua bassissima del bagnasciuga e, una volta messici in ginocchio, la nostra testa affiora fuori del pelo dell’acqua. E’ finita. Di nuovo la vita terrena… il rumore. La spiaggia si è popolata di persone che sono venute a godersi il primo sole di marzo. Alcune, forse stupite da questo bagno fuori stagione, ci guardano con curiosità domandandosi da dove siamo sbucati fuori. Da un altro mondo. Quello che voi non conoscete e che non potete capire. Quello in cui ci sono le cose più belle da vedere, ma soprattutto… il silenzio. L’infinito silenzio che ti costringe ad ascoltarti e che ti fa capire.

    Prima immersione dell’anno. Non importa quello che abbiamo visto. Non importa la profondità, la temperatura, il consumo dell’aria... Quello che importa è che ho ritrovato me stesso e che sono di nuovo pronto per un anno di emozioni profonde: quelle che solamente il mare mi sa dare.

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